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sabato 29 giugno 2013

Ecco tutte le bugie sull’acqua che nessuno conosce.


L’acqua è un bene di prima necessità e, seppur generalmente non si riesca a bere la quantità giornaliera necessaria, questa svolge importantissime attività che regolano il corretto funzionamento del nostro organismo: il nostro fisico infatti, è composto per più del 90% da acqua che è fondamentale per la nostra sopravvivenza sulla Terra.
Ecco quindi che abbiamo deciso di stilare un elenco in cui vi sono specificate le 10 bugie sull’acqua:
1. Non è vero che l’acqua deve essere bevuta fuori dei pasti. Se ne beviamo in maniera eccessiva, si allungano i tempi della digestione perché i succhi gastrici saranno più diluiti, ma la giusta quantità è fondamentale per migliorare la consistenza del cibo ingerito.
2. Bere una buona quantità di acqua (500 ml circa) durante il pasto aiuta e migliora la digestione (ma è fondamentale mangiare adeguatamente e non limitare l’assunzione di pietanze per paura del gonfiore provocato dall’acqua).
3. L’acqua non contiene calorie e non fa ingrassare. Le variazioni di peso dovute all’assunzione e all’eliminazione con urine e sudore sono temporanee, trattandosi solo di una perdita di “liquidi”.
4. Non è vero che bere molta acqua aumenta la ritenzione idrica. La ritenzione dipende soprattutto dalla presenza del sale e di altre sostanze presenti nel cibo che assimiliamo.
5. Non è vero che per “mantenere la linea” o “per far scomparire la cellulite” bisogna bere solo acqua oligominerale (con pochi sali).
6. Per i bambini è meglio alternare acque oligominerali con quelle più ricche di sali, perché una diuresi eccessiva può impoverire la dieta di sali utili all’organismo in crescita.
7. Contrariamente a quanto pensano molte persone il calcio presente nell’acqua viene assorbito, con un meccanismo simile a quello del latte.
8. Non è vero che il calcio dell’acqua favorisce la formazione di calcoli renali, infatti tutti coloro che soffrono di calcoli renali devono bere abbondamente per favorire la diuresi.
9.  L’acqua ricca di bollicine naturali o addizionata di anidride carbonica non fa male. Quando la quantità di gas è molto elevata solo gli individui che soffrono di disturbi gastrici e/o intestinali possono avere lievi problemi.
10. Le saune non fanno dimagrire. La perdita di peso che si avverte è temporanea, perchè si verifica solo una leggera perdita di liquidi che il nostro organismo reintegra con il bere e con l’assunzione di bevande/pietanze.

Video: Mangiare carne sempre più gravi le conseguenze su salute e ambiente

I video su dailymotion ci sono perchè sono stati censurati su youtube. Chiudere la pubblicità con la croce in alto a destra. In questo video si comprendono sempre meglio le conseguenze gravi e distruttive che una alimentazione non naturale ha sia sulla salute sia sull’ambiente che ci circonda.
Mangiare carne sempre più gravi le conseguenze... di MissioneZeitgeist

martedì 25 giugno 2013

Allarme OGM Monsanto in Italia GUARDA IL VIDEO:



C'è un'emergenza OGM in corso. Scrivendo ora al Ministro della Salute Lorenzin puoi aiutarci a scongiurare il rischio di contaminazione transgenica in Italia. La storia è questa: pochi giorni fa in Friuli un esponente del "Movimento Libertario" ha seminato in due campi mais transgenico della Monsanto, il MON810, e ora minaccia di ripetere l'operazione in altre Regioni. Non possiamo permettere che queste piante di mais OGM fioriscano perchè il loro polline contaminerebbe campi vicini e lontani, trasportato dal vento e dagli insetti. 

La diffusione degli OGM sarebbe una condanna a morte per l'agricoltura italiana. Niente più aziende agricole biologiche e tradizionali, ma monopolio assoluto delle coltivazioni transgeniche. Gli effetti sugli ecosistemi sarebbero irreversibili: gli OGM sono organismi viventi e possono riprodursi e moltiplicarsi, sfuggendo a qualsiasi controllo. Gli OGM fermano il progresso perché orientano la ricerca verso la direzione sbagliata: adattare gli organismi viventi alle esigenze della chimica. 

Il futuro dell'agricoltura è legato, invece, a una produzione alimentare sostenibile in armonia con l'ambiente e priva di residui chimici. Per proteggere la biodiversità, i campi e la nostra sicurezza alimentare bisogna agire subito e bloccare la contaminazione OGM. Cosa puoi fare tu? Chiedi subito al Ministro della Salute Lorenzin di adottare misure di emergenza in grado di fermare la coltivazione di OGM. Firma la petizione:
http://www.greenpeace.org/italy/Allarme-OGM-in-Italia/

Viterbo: sbarca Amnè, la nuova droga che cancella la memoria

Sgominata un'organizzazione criminale finalizzata allo spaccio dai carabinieri di Viterbo. 
ROMA – Un agriturismo 'criminale'. Così può essere definita l'organizzazione criminale sgominata stamani all'alba dalla maxi-operazione denominata 'drum' ad opera dei carabinieri di Viterbo. La centrale di spaccio dispondeva anche di alcuni forni che insieme a farine e lieviti conservava una nuova droga per giovani: la Amnè, una marijuana impevuta di eroina e metadone, talmente potente da cancellare del tutto i ricordi creando preoccupanti amnesie. Lo stupefacente sarebbe appena sbarcata sul mercato nostrano e desterebbe non poche preoccupazioni poiché crea forte dipendenza. I carabinieri di Viterbo in collaborazione con quelli di Roma, stanno notificando le 61 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari a cittadini italiani appartenenti ad un'organizzazione criminale specializzata nello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti e le oltre 110 perquisizioni sono stati effettuati anche a Latina, Ascoli Piceno e Milano.

News – Avvelenati con l’insalata

Poche foglie di insalata e si sono trovati tutti in coma farmacologico 
Un’insalata coltivata sul balcone di casa e servita a cena. Ma non era una insalata qualunque. Così una coppia di anziani, la figlia e il nipote di 12 anni si sono sentiti subito male. Tanto da essere ricoverati d’urgenza e in gravi condizioni. Sono tutti in prognosi riservata e in coma farmacologico. È successo ieri sera in zona Vanchiglia a Torino. 

I carabinieri hanno sequestrato la pianta per farla analizzare. Secondo una prima ipotesi la pianta, scambiata per insalata, è risultata tossica e allucinogena. Potrebbe trattarsi della «atropa belladonna», una pianta con le foglie simili a quelle della lattuga e i frutti quasi uguali ai mirtilli, un vegetale selvatico che cresce spontaneamente in pianura o nelle zone boschive. 

Tanto è che la nonna l’ha servita a tavola. Il bambino è stato sottoposto a lavanda gastrica e attualmente è in coma farmacologico, intubato al Regina Margherita. La madre di 46 anni è alle Molinette in rianimazione, anche lei in gravissime condizioni. La nonna, 66 anni, che avrebbe ammannito l’insalata tossica e il compagno di 65 anni sono stati portati all’ospedale Mauriziano. 
(Fonte: corriere.it)

Borraggine, Boragine, Borago

Nome latino: Borago
Officinalis Famiglia: Boraginaceae

La B. Officinalis è una pianta originaria del bacino Mediterraneo, ma si è perfettamente adattata in tutta Europa e nel Nord America. 


Pianta erbacea, annuale, rustica, dal portamento eretto la cui altezza al raggiungimento della maturità è di circa cm. 60. Il fusto o "caule" ha sezione quadrata, è cavo e molto ramificato. Sia fusto che foglie, sono ricoperti da peluria ispida. Il fogliame disposto in modo alternato, è ovaliforme e consistente al tatto; ogni pianta presenta una differenziazione che prevede una distinzione tra foglie poste alla base e foglie poste sul fusto: ovvero, le foglie disposte alla base sono provviste di picciolo, mentre quelle sul fusto dette "caulinari" sono senza il picciolo. Le infiorescenze molto gradevoli sono peduncolari, di colore blu, a forma di stella – corolla pentalobata - e riunite a grappolo. A seguito della fioritura che avviene da aprile a novembre, si assiste alla formazione dei semi, i quali sono contenuti dentro a tetracheni di colore scuro. La radicazione avviene mediante fittone: una radice che inserendosi perpendicolarmente nel terreno, genera radici laterali più piccole e sottili. 

Coltivazione: La coltivazione della B. Officinalis avviene molto semplicemente a primavera mediante la semina o mediante suddivisione della ceppaia: da tenere inoltre presente che la pianta allo stadio adulto è in grado di auto seminarsi autonomamente. La composizione del substrato non presenta particolari esigenze, importante però sapere che deve essere presente un buon drenaggio (quindi terreni asciutti) e dare la preferenza a terreni leggermente calcarei. L'esposizione deve essere preferibilmente in pieno sole, ma vengono ben tollerate anche condizioni di mezz'ombra. 

L'irrigazione deve essere moderata. Malattie Parassiti Avversità: Si tratta di una pianta essenzialmente molto sana la quale non risulta soggetta a particolari avversità. Uso in cucina: Della pianta vengono consumati fiori e foglie. L'utilizzo della B. Officinalis in cucina è molto noto: sul territorio italiano fa parte del classico "bo" della cucina ligure, il cosiddetto "Preboggion", impiegata per la preparazione di frittate e minestroni, ha un gusto che ricorda quello del cetriolo. I fiori, possono essere canditi, inseriti in insalate o surgelati in cubetti di ghiaccio per decorare bibite e cocktail. Proprietà terapeutiche: La B. Officinalis, è una preziosa fonte di acido gamma-linoleico (detto anche "omega-6), è utile contro la pressione alta, ha proprietà emollienti, è febbrifuga, depurativa. Viene impiegata contro eczemi della pelle e psoriasi. 

E' diuretica, depurativa e viene considerata un buon rimedio contro la tosse. Le informazioni riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono consigli medici. Curiosità: La B. Officinalis nota sin dall'antichità, è una pianta che da sempre è stata associata all'allegria, alla gioia ed al coraggio. Nel particolare presso i Celti – popolo molto attento alla Natura ed ai messaggi in essa racchiusi – era utilizzata mediante infuso o miscelata ad altre bevande per dare coraggio. Interessante, osservare la nomenclatura del termine gaelico utilizzato per identificare la Borraggine: "Borrach"; una parola che significa appunto "coraggio". Singolare è anche constatare che il termine utilizzato in Galles per denominare la B.Officinalis sia "llawen-lys" ossia "pianta della felicità". Presso la civiltà romana era normalmente considerata un antidoto alla tristezza ed essa veniva comunemente mesciuta assieme al vino per potenziarne il naturale effetto rilassante e rallegrante. "Euphrosinum" veniva chiamata da Plinio il Vecchio, il quale asseriva che essa rendesse euforici, felici e contenti. Il binomio "Borragine e vino" era conosciuto anche presso la civiltà Greca, in quanto essi la utilizzavano per sedare i sintomi dovuti ad un eccesso di alcool.

domenica 23 giugno 2013

La Bayer sta sterminando le API nell'intero pianeta

BIOTERRORISMO: LA BAYER CAUSA ESTINZIONE DELLE API BAYER ACCUSATI DI BIOTERRORISMO Complice insieme alla Monsanto la Bayer industria chimica dell' Olocausto Nazista (n.d.r. la I.G.Farben era produttrice dello Zyklon B e l' Eroina).

Essi sono responsabili di disastri ecologici mostruosi, deforestazione e distruzione dell' agricoltura Bio. Le menzogne che queste Corporations della morte hanno portato parte dell' umanità a credere che la natura non può sostenere più la vita umana. Questa criminale scusa sostenuta da Governi Criminali come quello Europeo, Americano e in parte Asiatico ha portato a mezzo secolo di genocidi, estinzioni e irreparabili danni ambientali. La menzogna è il loro standard informativo la malattia e la morte il loro profitto. L' Agricoltura mondiale è seriamente in pericolo con le loro monoculture OGM che stanno estinguendo il regno animale, creando dei super parassiti e malattie genetiche incurabili. IL DELIRANTE PROGETTO DI STERMINARE TUTTE LE API DEL PIANETA La Bayer insieme ad altre corporations come la MONSANTO, produttrici dei periclosissimi OGM e pesticidi mortali per la specie umana, ha messo da tempo in pratica il progetto di sterminio animale, distruggere la catena alimentare, umana e animale per poi realizzare esseri e animali OGM brevettando tutto il pianeta con un programma di ESTINZIONE PROGRAMMATA.!!!!



LO STERMINIO DELLE API: IL 40% SONO MORTE I Neocotinoidi uccidono anche gli essere umani è stato provato in varie ricerche scientifiche:



L' Italia ovviamente soffre di un forte avvelenamento umano e animale da pesticidi, ma i loro effetti hanno saranno nel medio termine della nostra esistenza, stiamo diventando una Zombie Nation di malati terminali:


Freddo e umido: allarme scarafaggi

Disinfestazione sarà la parola d’ordine dell’estate. In Puglia è già scattato l’allarme, ma tutta l’Italia sarà interessata da una vera e propria invasione di scarafaggi. Colpa del clima? In parte sì, secondo alcuni esperti. Il freddo e l’umidità hanno reso fertili gli insetti che si sono riprodotti e si stanno riproducendo in maniera incontrollata.
Le campagne di disinfestazione sono già in atto. “Diamo molta importanza a questa attività – ha spiegato l’assessore all’Igiene Urbana del Comune di Brindisi, Giampaolo D’Onofrio – nell’ottica di attenuare quanto più possibile i disagi alla popolazione. Gli interventi sono stati programmati in modo tale da non lasciare respiro agli insetti, sebbene il calendario stesso potrebbe in seguito subire modifiche e integrazioni qualora dovessero verificarsi eventi imprevisti e imprevedibili, non dipendenti dalla nostra volontà. Inoltre, nei prossimi giorni (presumibilmente, la prossima settimana), saranno affissi in città dei volantini per informare nel dettaglio (con date e quartieri interessati) la cittadinanza”. affaritaliani

La Fao sfotte i poveri: contro la fame mangiate insetti, sono ecologici



È quanto afferma la Fao che ha lanciato un programma per incoraggiarne l'allevamento su vasta scala.
Facile, perché richiede investimenti minimi e bastano rifiuti e liquami.
E redditizio: due chili di mangime servono a produrre un chilo di insetti, contro gli otto chili di foraggio necessari per un chilo di carne di manzo.
"Gli insetti sono molto nutrienti, hanno un alto contenuto di proteine, sali minerali e grassi", dice Eva Ursula Muller, direttrice del Dipartimento poliche economiche forestali dell'agenzia Onu, "Sono quindi essenziali per le popolazioni di molti paesi in via di sviluppo, in Asia, Africa e America Latina. E hanno già un ruolo importante nell'alimentazione umana, visto che già li mangiano due miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale".

L'entomofagia, con 1900 specie commestibili, potrebbe sfamare 9 miliardi di persone entro il 2030. Diffusa nelle culture tradizionali di 90 paesi, è snobbata in Occidente e per il momento fa tendenza solo in qualche ristorante "in" degli Stati Uniti.

Ma è solo una questione di abitudine, preconizza l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.



L'ultimo delirio del carrozzone Onu, che ogni anno divora in stipendi, banchetti e ricevimenti decine di milioni di euro

In sessant'anni di storia non è riuscita a fare niente, o quasi. Tanto che il numero di persone che al mondo soffrono per fame è andato di anno in anno aumentando (un miliardo di persone nel 2009). Però ha "mantenuto" un sacco di gente: impiegati, funzionari, dirigenti, rappresentanti. Tutti ad abbeverarsi alla fonte della Fao, l'organizzazione dell'Onu che si occupa di cibo e agricoltura. Nel 2009, il carrozzone (con sede a Roma in un faraonico palazzo) aveva messo a bilancio 784 milioni di euro, dei quali solo una novantina è stata effettivamente investita in progetti contro la fame nel mondo. E ora, dopo 60 anni di flop, ecco la ricetta delle ricette: avete fame? Mangiate insetti. proprio così: bruchi, coleotteri, persino vespe, sono un cibo iperproteico, ecologico, ricco di minerali e disponibile in grandi quantità. Si tratta, fa notare Eva Mueller, direttore di economia forestale presso l'agenzia per l'alimentazione e l'agricoltura dell'Onu, di animali disponibili in cosi' grandi quantita' che non c'e' bisogno neanche di allevarli. "Due miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale, gia' li mangiano perche' sono deliziosi e nutrienti", spiega la Mueller. Non bastasse, la Fao raccomanda anche un uso piu' ampio di insetti come mangime per il bestiame. "Gli insetti possono integrare mangimi tradizionali come soia, mais, cereali e farine di pesce", si legge ancora nel rapporto. Secondo la Fao, inoltre, la qualita' nutritiva degli insetti e' assolutamente competitiva rispetto a cibi piu' tradizionali: mentre il manzo ha un contenuto di ferro pari a 6 milligrammi ogni etto di peso a secco, il contenuto di ferro delle locuste varia tra gli 8 e i 20 milligrammi ogni 100 grammi. Certo, la fao dovrebbe forse dare l'esempio: in occasione del prossimo mega-meeting, faccia trovare al buffet per i delegati qualche meraviglioso vassoio di formiche, vermi e scarafaggi.
Fonte: liberoquotidiano.it

sabato 22 giugno 2013

Uno scandalo chiamato F.A.O.


Se la FAO non esistesse, ogni anno 1.188.493 persone eviterebbero la morte per fame.
Tanti sono infatti gli individui che potrebbero campare, con almeno 1 dollaro al giorno per 12 mesi, nel caso in cui i 433.8 milioni del budget annuale della Food and Agricolture Organization andassero ai bisognosi, invece che alimentare questo inutile ente dell’Onu. Moltiplicato per i suoi 63 anni di esistenza, gli individui sulla coscienza della FAO sfiorerebbero i 75 milioni.
In compenso migliaia di professional dell’agenzia continuano a condurre una vita da sogno, coccolati in una babele di sprechi e privilegi a spese dei Paesi donatori e di quello ospitante, cui spetta il conto della logistica: l’Italia. Fedeli al vero motto del carrozzone umanitario. Non “Food for all” ma “Food for Fao”.
A CHE SERVE LA FAO
Qual è il più grande organismo per gli aiuti alimentari delle Nazioni Unite con sede a Roma? La risposta pare scontata: la FAO. Invece no. L’agenzia in prima linea nella lotta contro la fame è il World Food Program, basato sempre nella capitale (via Viola). Esso dispone del doppio dei dipendenti FAO (8000 contro 4000), e di un budget annuale 7 volte tanto (2.9 mld $). Alimenta 73 milioni di persone in 78 Paesi. Mentre la mission della FAO è in sostanza informare sui bisogni della popolazione. Una specie di enorme ufficio studi, di cui il Wfp non è l’unico clone. Anche in campo agricolo esiste un’agenzia specializzata dell’Onu, l’Ifad, che raccoglie fondi per i contadini denutriti. E ha un bilancio pari a un terzo di quello FAO. La sede? Ancora Roma, via Del Serafico.
DUTY FREE
Che ci fanno casse di Champagne, delicatessen, capi firmati e profumi alla page nei sotterranei del quartier generale FAO alle Terme di Caracalla, tra i poster di africani morenti? Sono solo una parte dei prodotti offerti a prezzi super-politici ai 400 dirigenti, nel market “Commissary” situato al livello -1. Lo spaccio, in virtù dell’extraterritorialità, sarebbe riservato ai diplomatici. Ma lo scambio di tessere è pratica comune. Come il reselling. Completano il carnet per i 2500 impiegati la boutique al ground floor (con sconti del 40% e schiccherie senza marchio FAO), un distributore interno con benzina sottocosto, una banca, un presidio medico con ambulanza, una fermata “privata” del metrò.
CURA DIMAGRANTE
Già nel ’94 il neo direttore Diouf lanciò la “grande riforma” per ridurre i mostruosi costi dei dipendenti. Un esercito di consulenti, collaboratori, personale a contratto e associato, diviso tra infiniti comitati, sezioni e sottosezioni. Con quote fisse riservate senza merito agli originari di culture dalla scarsa produttività. Ciò che non cala mai sono però gli stipendi. Un archivista di basso livello (P1) guadagna come il manager di una media azienda. Coordinatori P3 e Senior commodity specialist sopra i 100.000 euro. Nel 2007 Diouf ha rilanciato l’inefficace riforma con le stesse parole di 13 anni prima. Creando la paradossale figura del controllore dei controllori.
LA FABBRICA DEL DUOMO I lavori dentro le sedi FAO non finiscono mai. Pareti, pavimenti, mense, negozi, sale conferenza, sistemi elettrici, strumenti informatica e video. Tutto è in perenne rifacimento. Gli appalti se li aggiudicano le solite aziende amiche. Ma certamente sarà un caso. A far la parte del leone nel bilancio dei donors, le voci Amministrazione e strutture, Politiche direttive ed Emolumenti, che da sole si mangiano quasi due terzi del budget.  Alla cooperazione sul campo restano le briciole.
GRAND HOTEL Per i delegati dei Paesi poveri il Food Summit nella città eterna è una vacanza pagata a 5 stelle. Verranno pure a chiedere l’elemosina, ma per farlo si piazzano financo nella suite reale dell’Hotel Parco dei principi. Dove dispongono dello stretto necessario: salone privato da 200 mq, 2 cucine autonome per pranzi luculliani, idromassaggio e bagno turco computerizzati, tigri in bronzo in scala reale, lampadari d’oro e stoviglie d’argento.
PRIVILEGIATI PER LEGGE In virtù dei passaporti diplomatici i dipendenti FAO possono acquistare le auto più prestigiose dai concessionari romani col 40% di sconto e assicurarle per un tozzo di pane. Sono immuni dalle multe e godono di un regime esent-iva anche su arredi e beni di consumo. La “Casa Gazette” è zeppa di annunci merceologici col marchio Diplomat sales o Trattamenti speciali FAO. Lo consente l’art. 13 dell’accordo Italia FAO del 1951, che equipara l’esenzione fiscale dei funzionari a quella dei diplomatici d’ambasciata in tempi di guerra. Una nota interpretativa dell’allora ministro Andreotti estese nell’86 i privilegi pure agli italiani in servizio alla FAO.
SCUOLE VIP E CORSI Ai figli dei dipendenti l’agenzia paga collegi per super-ricchi da 12.000 euro l’anno, a un passo dal Colosseo. Ad esempio sulle rette di frequenza del St. Stephen’s di via Aventina, mamma FAO rimborsava il 75% della retta. Ad attendere i pargoli un campus di tre acri in stile Usa, con campi da tennis, spazi per danza e pattinaggio su ghiaccio, art studios e mediacenter. La FAO Coop, inoltre, organizza per i dipendenti più di 50 corsi, dal tango allo yoga, dalla dama al golf. Per i saggi finali li porta al Carnevale di Viareggio. Due le palestre interne. Ma i più gettonati sono i corsi di teatro: agli appassionati del palcoscenico si insegna il metodo FeldenKrais.
ERGONOMICA
Lavorare stanca, specie al computer. Per le schiene dei cari dipendenti la FAO crea un dipartimento onde studiare postazioni più comode.
SUD-SUD COOPERATION Quando i fondi anti povertà si perdono in mille sprechi, in FAO girano il conto agli stessi Paesi da assistere. Finanziando l’avvio del progetto per poi lasciare l’onere a un altro Paese del 3° mondo un filo meno in crisi, ma a sua volta beneficiario delle campagne di donazione. Geniale.
TURISMO D’ÉLITE Fra gli stati “assistiti” figurano anche i 33 membri del Sids, i “Microstati isolani in via di sviluppo”, tra cui, udite, udite, Bahamas, Maldive, Seychelles, Barbados, Mauritius, Fiji, e l’emirato del Bahrein. Peccato che in questi paradisi oltre a non esserci la fame non c’è neppure l’agricoltura. E gli Ogm? Se vi si ricorresse in modo massiccio la fame nel mondo sparirebbe. Ecco perchè la priorità della FAO è rammentarne ai governi i presunti rischi. Ma l’etica non si mangia.
La Fao, per dirla con le parole del presidente del Senegal Abdoulaya Wade, deve chiudere. Per il semplice motivo che la Fao è uno scandalo, uno degli esempi del come non si deve fare cooperazione.
La Fao denuncia, grida, urla che il mondo è alla fame, che la crisi è gravissima. Che altri milioni di persone si stanno sommando ai milioni che già oggi soffrono la fame. Bene. E la Fao cosa fa? Spenderà 784 milioni di dollari per affrontare il problema nei prossimi due anni. Cioé un milione di dollari al giorno. Come li spende? Una commissione di economisti guidata da Leif Christoffersen e voluta dalla stessa Onu, ha accertato che almeno la metà di questi soldi, cioé un milione di dollari ogni due giorni, è spesa per mantenere la struttura burocratica di questo colosso delle Nazioni Unite.
“In molti uffici – dice la commissione – i costi amministrativi sono superiori ai costi del programma”. Il Giornale, in un articolo di Emanuela Fontana, ci spiega che la parola food, cibo, compare solo tre volte nel bilancio, per un totale di 90 milioni di euro su quasi ottocento. Duecento milioni di euro se ne vanno solo per le spese necessarie a “riunire” i dipendenti.
Deve chiudere anche perché ci sono altre agenzie dell’Onu che si occupano degli stessi temi: il Fondo Internazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura (435,7 milioni di dollari), il World Food Programme (cinque miliardi di dollari), il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (4 miliardi e 440 milioni di dollari). Un totale di circa dieci miliardi di dollari all’anno spesi dalle Nazioni Unite per risolvere il problema della fame nel mondo. O girando la frase secondo le indicazioni della stessa commissione Onu, 27 milioni di dollari spesi ogni giorno per mantenere le strutture. E quindi anche la fame nel mondo, che a quanto pare è un bel business per i “funzionari della cooperazione”.
Fonti: “Libero” e “Il Giornale”

venerdì 21 giugno 2013

Acqua Ossigenata: i mille utilizzi che nessuno conosce.

L’acqua ossigenata al giorno d’oggi è utilizzata come disinfettante per escoriazioni, ferite e ulcere. E’ possibile acquistarla in farmacia o al supermercato nel formato classic e la sua concentrazione varia dal 3% al 6% mentre dosi maggiori di perossido di idrogeno devono essere diluite o utilizzate con le dovute precauzioni, essendo corrosiva e abrasiva.
La caratteristica che tutti ricordiamo dell’acqua ossigenata sono indubbiamente le bollicine, che si formano quando viene versata su una ferita: esse nascono per via dell’enzima denominato catalasi che scinde la composizione del preparato liberando l’ossigeno, ciò comporta che la parte del tessuto necrotizzato si stacchi portando in superficie lo sporco delle ferite da caduta come terra, erba e batteri.
In genere i fornitori per laboratori di analisi chimiche indicano la concentrazione percentuale dell’acqua ossigenata, mentre i produttori di articoli destinati all’uso domestico indicano i “volumi“. Qui di seguito è riportato un elenco con le due misure di concentrazione a confronto:
  • Perossido di idrogeno 3% corrisponde a volumi 10
  • Perossido di idrogeno 3,6% corrisponde a volumi 12
  • Perossido di idrogeno 10% corrisponde a volumi 34
  • Perossido di idrogeno 30% corrisponde a volumi 111
  • Perossido di idrogeno 40% corrisponde a volumi 154
Pensate che usata in combinazione con l‘aceto bianco, in uno spray, dei test condotti dal Virginia Polytechnic Institute hanno dimostrato l’eliminazione totale della Salmonella e di E. coli da cucine contaminate con questi batteri. Un risultato del genere è superiore a qualsiasi liquido da cucina o candeggina in commercio.
Ma vediamo in quali altri modi possiamo usarla:
1 – Uccide i germi del cavo orale, usata al posto del collutorio è utilissima contro gengiviti e afte.
2 – Schiarisce denti (usare un cucchiaino di acqua ossigenata diluita al 10% come un normale collutorio), ma prima di utilizzarla è bene sentire il parere di un dentista che valuterà le condizioni generali del vostro cavo orale e dei denti, non è da usare tutti i giorni perchè potrebbe causare problemi.
3 – Disinfettare lo spazzolino da denti evitando contaminazioni ad esempio di gengivite alle altre persone che vivono in casa e condividono lo stesso bagno dove, in genere, tutti gli spazzolini sono in uno stesso bicchiere. E’ necessario immergere  il vostro spazzolino in un bicchiere contenete abbastanza acqua ossigenata.
 
4 – Disinfetta le superfici meglio di qualsiasi altro prodotto, ottima per bagni e cucine e potete metterla in uno spruzzino.
5 – Elimina i funghi che causano il cattivo odore dei piedi: vi consigliamo di effettuare un pediluvio la sera, prima di andare a letto, per impedire lo sviluppo della tigna e d’altri funghi.
6 – Aiutare nella guarigione di piaghe e usata più volte al giorno può coadiuvare nella regressione di una cancrena della pelle.
7 – Allevia il raffreddore, influenza o sinusite, basta mescolare metà e metà con acqua pura, introdurre con un contagocce nelle narici alcune gocce e poi soffiarsi il naso (l’acqua ossigenata deve essere diluita, ricordatelo!!)
8 – Aiuta a mantenere la salute della pelle perchè può essere utilizzata in caso di micosi.
9 – Disinfetta i vestiti macchiati di sangue o altre secrezioni corporee, mettete i capi in ammollo in una soluzione d’acqua ossigenata al 10% prima del lavaggio normale.
10 – Rimuove gradualmente il tartaro dai denti, vi basterà inumidire lo spazzolino con alcune gocce d’acqua ossigenata ed usarlo normalmente, risciacquando la bocca alla fine.
11 – Schiarisce le macchie sul viso: inumidire la parte che si desidera schiarire usando un cotton-fioc prima di andare a dormire, ripetendo l’operazione fino al conseguimento del risultato desiderato.
12 – Sbianca le unghie: mettere in un pentolino d’acqua calda un cucchiaio di acqua ossigenata, lasciare le unghie immerse in questa soluzione per 10 minuti poi lavarsi le mani. Vi ricordiamo che è necessario che le unghie siano pulite e senza smalto.
13 – Toglie l’acqua dal canale auditivo dell’orecchio, basta una goccia di acqua ossigenata per eliminare il fastidioso effetto che spesso capita quando si nuota in piscina o al mare.
14 – Elimina le macchie di vino dai tessuti bianchi: versare un pochino d’acqua ossigenata direttamente sulla macchia e poi lavare normalmente, preferibilmente con acqua fredda.
15 – E’ anche notevolmente utile per lavare la frutta e i vegetali, mettetela in una bottiglietta spray, spruzzate gli ortaggi, lasciate agire qualche minuto e poi risciacquateli con acqua corrente.
16 – Potete rimuovere le macchie dal marmo con l’acqua ossigenata a 111 volumi (attenti a occhi, mani, oggetti e usate sempre i guanti!)
17 – Viene usata per sbiancare il legno, trovate l’acqua ossigenata a volumi maggiori nei negozi di fai-da-te o in ferramenta
18 – E infine l’uso a cui tutti pensano quando si parla di acqua ossigenata… Schiarire i capelli, anche se questo è meglio lasciarlo fare a qualcuno esperto per evitare danni o colorazioni arancionate!
IMPORTANTE: Vi ricordiamo che prima di ogni utilizzo, sarebbe meglio contattare il proprio medico oppure uno specialista. Inoltre è necessario, come specificato, utilizzare l’acqua ossigenata DILUITA che ovviamente potete trovare nelle farmacie o nei supermercati di tutta Italia.

Le unghie sono degli ottimi indicatori di salute.

In pochi sanno che dallo stato delle nostre unghie è possibile anche verificare lo stato di salute del nostro corpo.Molti sono coloro che,sbagliando,ricorrono all’uso eccessivo di smalto per coprire i piccoli inestetismi e malattie delle unghie; in linea generale infatti, le unghie sane sono caratterizzate dalla presenza di una superficie rosata e ben levigata. Al contrario un pessimo stato di salute può portare le nostre unghie ad indebolirsi ed ingiallire.Tra le malattie che colpiscono le unghie una tra le più pericolose è la Micosi che porta ad un ingiallimento dell’unghia e se non curata può portare alla perdita totale di essa,seguita dalla putrefazione della carne sottostante. Il problema maggiore tra le donne invece è la presenza di unghie deboli e sfibrate. 

Tutto ciò è dovuto dall’utilizzo di smalti a basso costo e di un eccessivo uso di prodotti corrossivi quali ad esempio la Candeggina, che viene utilizzata soprattutto per le pulizie domestiche. Per rinforzale si consigliano piccoli impacchi di olio e limone almeno 3 volte a settimana o l’acquisto in erboristeria di smalti indurenti. Per la micosi invece è consigliabile utilizzare prodotti vendibili in una comune farmacia o erboristeria,perchè purtroppo non esistono rimedi naturali.Ma le unghie sono colpite anche da altri piccoli problemini.Le macchioline bianche indicano una mancanza di calcio,il colore violaceo invece indica problemi a livello cardiovascolare.Per tanto abbiate cura del vostro corpo e sottoponetevi a frequenti visite mediche.Una mano curata è un buon biglietto da visita,un’unghia malata un ottimo sensore dall’allarme. Aggiungiamo inoltre che avere delle unghie sane, robuste e “dure” è sintomo di un ottimo stato di salute.

Hairy Leg Stockings Aim to Deflect Male Attention

"Latte tossico venduto in tutta Italia": è allarme




Il latte sarebbe stato contaminato con aflatossine, un fungo cancerogeno con effetti negativi sulla crescita dei bambini, e messo consapevolmente in commercio
UDINE - Associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, adulterazione di sostanze alimentari e commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute. Con queste accuse, è stato arrestato il leader del Cospalat del Friuli Venezia Giulia, Renato Zampa, altre quattro persone sono state condotte agli arresti domiciliari ed uno fermato con obbligo di dimora. Infine, un'altra persone è ricercata. 
Tutti facevano parte di un'associazione che, secondo gli accertamenti dei Nas di Udine, metteva consapevolmente in commercio latte "tossico". Il prodotto, infatti, al momento della vendita, che avveniva in tutta Italia, era contaminato da aflatossine, micotossine prodotte da specie fungine considerate fra le più cancerogene esistenti e con effetti negativi sulla crescita dei bambini. In alcuni casi, inoltre, è stata certificata anche la presenza di antibiotici. 

IL CONSORZIO COSPALAT E I PRODOTTI

Il sistema era ormai "perfetto". Le analisi sul latte, infatti, sarebbero state falsificate con il ricorso ad un laboratorio compiacente, "allungando" il latte con altro latte non contaminato. Sarebbe stato inoltre utilizzato latte proveniente da allevamenti non autorizzati per produrre abusivamente formaggio Montasio Dop. 
In tutto gli indagati sono 24, di cui 17 allevatori accusati di essere consapevoli di immettere in commercio latte contaminato, su un centinaio circa di aderenti ai Cospalat. (da UdineToday)

UNA STORIA DI UN AMORE INCREDIBILE: SPOSATI DA 63 ANNI MUOIONO NELLO STESSO MOMENTO

Lui muore in ospedale, lei pochi minuti dopo nella loro casa. Un amore indissolubile, quello di Maria e Marcello, una coppia di anziani, morti praticamente in contemporanea a Seano, un piccolo comune in provincia di Prato. Marcello Martini, 90 anni, si trovava ricoverato per le gravi ferite subite dopo un incidente, quando nel pomeriggio i medici ne hanno constatato il decesso. 
Nel frattempo Maria si trovava in casa, a 15 chilometri di distanza dal marito. Eppure, senza essere a conoscenza della morte del marito, è stata colpita da un infarto che non le ha lasciato scampo, qualche minuto dopo il decesso della sua anima gemella. 
La storia di un amore incredibile, di due persone sposate da 63 anni, che sono rimaste unite anche in punto di morte, nonostante fossero lontane. Per non intaccare questo legame straordinario, la famiglia ha deciso che i funerali si celebreranno lo stesso giorno.

mercoledì 19 giugno 2013

I 10 ingredienti più tossici presenti nel settore alimentare

Per la durata e la conservazione dei cibi industriali generalmente vengono utilizzati conservanti e agenti sintetici per ritardare e inibire, appunto, la crescita di funghi e muffe. Queste sostanze però una volta liberate nel corpo privano di ossigeno le cellule rubandone le sostanze nutritive e creando un ambiente favorevole per le malattie. Continui sono gli studi che vengono effettuati a riguardo di questi argomenti. 
I 10 ingredienti più tossici presenti nel settore alimentare sono: 
- Sodio benzoato (E211) 
Questo assassino furtivo si trova in quasi tutti i vasi e bottiglie, come condimento per l’insalata, sottaceti, salse, maionese, quasi tutte le bevande analcoliche e succhi di frutta, e anche in prodotti alimentari etichettati come “naturali”. Secondo uno studio del professor Peter Piper, del dipartimento di biologia molecolare e biotecnologie dell’Università di Sheffield, il sodio benzoato testato su cellule vive di lieviti distrugge aree del DNA nelle stazioni energetiche cellulari, i mitocondri. Olio di canola Questo olio è di derivazione vegetale ed è presente in più del 30% di tutti i prodotti. 

Olio di canola,
è in realtà una selezione dell’olio di colza e può causare enfisema e insufficienza respiratoria, che alla fine portano al cancro. 
L’olio di colza è inadatto all’uso alimentare a causa dell’alta concentrazione di acido erucico, che per la sua tossicità è fortemente limitato per legge, con un limite massimo tollerato del 5% nei grassi alimentari (legge comunitaria in vigore dal 1º luglio 1979, Direttiva 76/621/CEE, del 20 luglio 1976). Essendo però un olio estremamente economico, in Italia è attualmente utilizzato dalla ristorazione commerciale. 

Glutammato monosodico (MSG) 
La FDA permette 20 “pseudo” nomi per esso, tra cui estratto di lievito Ajinomoto autolyzed, Vetsin, MSG, gelatina, caseinato di calcio, proteina vegetale idrolizzata (HVP), proteina testurizzata, glutammato monopotassico, idrolizzato pianta Poteina (PHP) Estratto di lievito, acido glutammico, caseinato di sodio, lievito, proteine ​​vegetali idrolizzate, Senomyx, carragenina, aromi naturali, esaltatore di sapidità, o il numero E620, E621, E622, E623, E624, E625, E627, E631, o E635 per citarne alcuni. Solo perché un prodotto dice “No MSG” non significa che non c’è! Approfondire qui. 

Sodio nitrato 
e nitrito di sodio (nitrosammine) E ‘usato per fertilizzanti, esplosivi, e come solvente nell’industria della pulizia a secco. Questo ingrediente mantiene le molecole di emoglobina nel sangue di trasportare l’ossigeno ai tessuti del corpo. E ‘considerato un “super-sale” (come glutammato monosodico) aggiunto a cose come hot dog, salsicce e pancetta per aumentare la durata di conservazione, colore e sapore. Il nitrito di sodio è usato principalmente come conservante alimentare e fissativo del colore nei prodotti a base di carne. Spesso usati in combinazione con altri sali noti nella vulcanizzazione: sali di sodio nitrito e nitrato e potassio (E249). 
Il suo uso impedisce intossicazione batterica, specialmente botulismo. Gli studi da parte delle autorità sanitarie degli Stati Uniti alla fine del 1970 hanno dimostrato che l’uso di nitrito di sodio come additivo alimentare provoca il cancro . 

Margarina 
Il corpo non può integrare gli acidi grassi trans nelle membrane, causando strutture deformative cellulari. Ricchissima di grassi vegetali idrogenati che accelerano l’invecchiamento e degenerano i tessuti. 

Antischiuma 
(Dimethylpolysiloxane) è una sostanza chimica industriale utilizzata in stucchi e sigillanti. Questo componente è usato soprattutto in fast food bocconcini di pollo e uova. Un derivato del petrolio, viene utilizzato come stabilizzatore in profumi, resine, vernici e prodotti chimici collegato ai tumori gastrici e danni al DNA. 

Antiagglomeranti 
I prodotti chimici che assorbono l’umidità. Questi vengono aggiunti al sale da tavola prodotti e alimenti in polvere. Essi sono spesso composti di fosfato, carbonato, silicato e ossido di composti contenenti alluminio. L’ alluminio è collegato alla malattia di Alzheimer ed è utilizzato anche nel vaccino contro l’influenza. 

Colori artificiali 
Petrolchimica olio sintetico, antigelo e ammoniaca. E’ vietato nei cosmetici, ma ancora consentito negli alimenti. Indebolisce il sistema immunitario. Causa di tumori della vescica e testicoli. 

Emulsionanti 
Carragenina, polisorbato 80 e oli vegetali bromurati (OLS). Di solito si trova nel latte al cioccolato, formaggio, gelato, latte in polvere e gelatina. La BVO rimane per anni nel corpo. Polisorbato 80 è anche in molti vaccini. 

Dolcificanti artificiali 
Aspartame, acesulfame K, sucralosio, sorbitolo, Truvia, e, naturalmente, saccarina. A causa del suo gusto dolce, questi dolcificanti chimici ingannano il corpo e producono dipendenza per lunghi periodi di tempo. 

Consigliamo di acquistare consapevolmente, di alimentarsi possibilmente in modo naturale e magari di produrre più alimenti con le nostre mani.

Fonte:  http://ambientebio.it

martedì 18 giugno 2013

Si avvicina un forte terremoto in Italia?

Le parole dell'autorevole professor Marco Mucciarelli. Il meridione la zona a rischio

Il professor Marco Mucciarelli è laureato in Fisica ed è professore universitario di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell'Università della Basilicata. E' anche il direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, nonché curatore di un blog.

Proprio su quest'ultimo ha commentato le eventuali probabilità di prossimi forti scosse sismiche e di quanto dichiarato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile che ha riconosciuto di aspettare un imminente terremoto che interesserebbe lo stivale. Una frase che ha suscitato non poche perplessità dato che si è sempre evidenziato come i terremoti, con le attuali conoscenze e tecnologie, non siano assolutamente prevedibili. E difatti il professor Mucciarelli ha spiegato come quanto detto si basi non su previsioni ma soltanto su semplici stime, veritiere, supportate da tabelle statistiche che ne evidenziano la veridicità.
L'analisi parte con una semplice conta delle scosse definite catastrofiche, cioè con una magnitudo superiore ai 6.3 gradi. Dal 1100 a oggi se ne sono contati 59, anche se alcuni potrebbero non essere arrivati fino a noi. Prendendo per buono questo dato, significa però che la loro media si aggira su uno ogni 15 anni. E a oggi ne sono passati addirittura 33 dall'ultima violenta scossa registrata: era il 1980 e a tremare fu l'Irpinia. Questo significa che è già passato più del doppio del tempo dell'attuale media e che siamo ormai prossimi al periodo massimo mai intercorso tra scosse di questo tipo, 38 anni tra il sisma dell'Irpinia del 1930 e quello del 1968 del Belice.

In realtà la dislocazione di questi eventi non mostrano però una distribuzione particolarmente strutturata, con per esempio un solo evento sismico violento indicato tra il 1200 e il 1300, almeno di cui si ha memoria storica, è addirittura otto a cavallo dell'anno 1700.

Ma in ogni caso, questa media stimerebbe un possibile evento sismico violento e catastrofico abbastanza prossimo verso cui non bisogna affatto farsi trovare impreparati. Il ragionamento del professor Mucciarelli prosegue parlando anche dell'atteso forte sisma, cioè di magnitudo superiore ai 5.5, che potrebbe avvenire in Italia nel prossimo anno. In questo momento si parla di un 30% di possibilità; il calcolo è semplice: il 60% dei terremoti di quell'intensità avvengono nella sud dell'Italia, la media di attesa di questi eventi è di quattro anni e visto che la conta è cominciata l'anno scorso, il 50% delle probabilità parla di una scossa entro un anno. Ecco quindi arrivare la stima di una possibilità attestata intorno al 30%
Fonte originale: articolo3

lunedì 17 giugno 2013

Cane rubato torna a casa dopo 3 anni percorrendo 600 Km da Salerno a Pisa

Non è un film, ma potrebbe esserlo stato, e il fatto che sia una storia vera, fa venire le lacrime agli occhi. Rocky, un pastore tedesco di 5 anni, è tornato a casa tre anni dopo che era stato rubato da alcuni Rom a Salerno. Ha risalito la penisola, 600 chilometri dal Cilento alla Toscana, fino a Pisa, lì ha poi avuto uno strappo fino a Carrara, dove vive il suo padrone. E così è tornato a casa, dopo tre anni in cui ormai si erano perse tutte le speranze. Già, è una storia vera. Incredibile e commovente, come solo le storie vere sanno essere. Rocky era stato portato ancora cucciolo in un canile di Carrara, dove era stato poi adottato da un siriano, Ibrahim Fwal, che da anni vive nella città toscana, perfettamente integrato.
I due formano subito una coppia affiatata. Come tutti i trovatelli, Rocky si dimostra subito molto affettuoso e si affeziona rapidamente al padrone, che lo tratta ormai quasi come un figlio. Facevano tutto assieme, andavano anche al mare. Ed è lì che Rocky, a due anni, scomparirà. "Quando sono tornato sulla spiaggia, alcune persone mi hanno riferito di aver visto degli zingari portarselo via. Da allora non mi sono dato pace: l’ho cercato dovunque, ho girato tutti i canili della zona, ho fatto mettere annunci sul giornale, ma di Rocky nessuna traccia". Non serviranno a nulla i cartelli e le ricerche. Rocky scompare. E' un fenomeno in crescita, quello del furto di cani da parte dei Rom. Spesso li prendono cuccioli, per usarli come ulteriore elemento di richiesta di elemosine.
Cosa gli sia accaduto, in questi tre anni, solo il cane può saperlo. Forse è fuggito dai Rom, forse loro lo hanno abbandonato. Qualche tempo dopo, viene adottato da una famiglia di Salerno. Ma Rocky è irrequieto. Prova a fuggire un paio di volte e la sua nuova famiglia, preoccupata, gli mette un collare con tanto di indirizzo e numero di telefono, in modo da poterlo più facilmente trovare in caso di nuova fuga. Ma Rocky ci prova spesso. L'ultima volta, quella decisiva, due mesi fa. E' quella "buona". Rocky punta al Nord. Salerno dista da Carrara 700 chilometri e Rocky ha lo svantaggio di non aver studiato geografia. Ma il suo istinto ed il suo cuore sanno dove puntare. In neanche sessanta giorni, batte seicento chilometri, ammesso che abbia compiuto un tragitto rettilineo e senza contare le deviazioni lungo il persorso, che sicuramente ci sono state. E le pause per nutrirsi, per riposarsi. Riesce finalmente ad arrivare a Pisa. Mancano ancora cento chilometri buoni a Carrara. Ha i polpastrelli ridotti ad un sottile strato di pelle sanguinante. E' malnutrito, stanco. A Pisa, il suo viaggio rischia di interrompersi. Qualcuno lo ha notato, infatti. Ed ha notato il suo collare. Leggono l'indirizzo, Salerno, ed il numero di telefono. Chiamano in Campania. "Sì, è il nostro cane". Rocky "rischia" di tornare alla sua seconda famiglia, vede vanificare il suo immane sforzo. 
Poi, la svolta. Qualcuno, nota un tatuaggio strano di Rocky. E' un indizio. Risale a quando era un cucciolo. E lo abbina ad un siriano di Carrara, che viene supposto per la prima volta sia il suo legittimo proprietario. Lo rintracciano, lui è incredulo. Gli ultimi cento chilometri, da Pisa a Carrara, li fa in auto. Seicento chilometri su settecento possono bastare come prova d'amore per Ibrahim. Ci può stare uno strappo. E' raggiante il suo padrone: «Non ci credevo, non ci potevo credere! Quando me l’hanno portato a casa era in macchina e da dentro ha sentito la mia voce ed ha iniziato a fare il diavolo a quattro!» Rocky è tornato a casa. Tre anni e settecento chilometri dopo, la sua storia ha avuto un lieto fine. Ed ha ricordato a noi uomini che l'amore è più forte di qualsiasi distanza geografica, di qualunque barriera, di qualunque altra cosa. Ci ha ricordato, insomma, il nostro lato umano. Quello che ci distingue dalle cose inanimate. Insomma, ci ha ricordato quel sentimento per cui vale la pena vivere. 

Fonte: http://www.lanazione.it/massa_carrara/cronaca/2010/01/22/283877-salerno_carrara.shtml

domenica 16 giugno 2013

Russula o Colombine

Le ricette delle Russole e dei Lattari Tra le Russole non vi sono specie veramente velenose, sebbene alcune (Rustula emetica, ecc.), per i principi acriresinosi che contengono, possono provocare disturbi gastrointestinali. Data la grande facilità con cui può essere confusa una spe­ cie con l'altra, è ammissibile, per questo solo genere, l'empirica « prova palato » per determinarne la commestibi­ lità. Basta assaggiare un pezzettino.della carne del cappello e scartare le specie a sapore acre. Tuttavia non è consigliabile effettuare l'assaggio se non si è certi che il fungo in esame appartenga al genere Russala, per evitare spiacevoli confusioni con altri funghi, anche velenosi. Le Russole sono spesso visitate dagli insetti, in particolare i gambi che vanno, in questo caso, eliminati. Anche tra i Lattari non vi sono specie propriamente vele­ nose, ma la maggior parte hanno il lattice acre e sono perciò immangiabili. È bene non raccogliere individui troppo maturi, perché la carne perde in gusto e in aroma. Si consiglia la prebollitura; alcuni autori però non la ritengo­ no necessaria se i funghi vengono cotti alla griglia.

  • Nome scientifico: Russula aurata.
  • Genere: Russula.
  • Nomi comuni: colombina dorata e Rossola dorata.
  • Commestibilità: Ottimo.
Caratteristiche morfologiche: 
Cresce una russula di taglia piuttosto grande e massiccia che si presenta con il cappello da emisferico ad aperto spianato, alle volte depresso al centro, di colore brillante, vistoso, rosso-porporino con macchie giallo-cromo caratteristiche. Il margine è leggermente striato. 
Le lamelle sono fitte, regolari, arrotondato, libere al gambo, subito gialle di un bel colore tuorlo d’ uovo, quasi spolverate di giallo. Il gambo è cilindrico, un po’ rugoloso, pieno, poi cavo o lacunoso. La carne è bianca, un po’ gialla sotto la pellicola del cappello. 
Caratteristiche organolettiche e di habitat: 
Il sapore della carne è dolciastro e non emana particolarmente odori. Cresce in boschi di conifera e latifoglia. Anche sotto pino. Estate-autunno. 
In cucina: 
È un ottimo fungo commestibile di sapore dedicato e presto cotto.

Lactarius cistophilus

Caratteri Macroscopici 
Cappello: 3-7 centimetri, convesso, spianato poi leggermente depresso, orlo involuto. Colore: bruno con toni sul viola. Lamelle: bianco crema, poi ocra, si macchiano di bruno viola al tocco, intercalate da lamelle più piccole diseguali. Gambo: 2-4 centimetri, corto, pruinoso, leggermente attenuato alla base, colore bianco chiaro, si macchia di toni di viola al tocco. Habitat: abbondante sotto il cisto, periodo di crescita autunno. Da non confondere con il Lactarius violascens che cresce sotto Quercus suber.


Regno: Fungi; Divisione o Phylum: Basidiomycota;
Classe: Basidiomycetes;
SottoClasse: Agaricomycetidae;
Ordine: Russulales; Famiglia: Russulaceae;
Genere: Lactarius;
Specie: Lactarius cistophilus Bon & Trimbach (1978).

Cantharellus cibarius (volgarmente gallinaccio, galletto, gialletto, gaddiniedde, finferlo o garitula)

Piccolo, irregolarissimo, ondulato, prima convesso, poi piano ed avvallato, margine rivoluto, liscio, pruinoso, di colore giallo-arancio o giallo-oro.

Imenio

Ha grosse pieghe (pseudolamelle), distanti, verrucose, decorrenti sul gambo, dicotome e spesso anastomizzate fra loro, di colore giallo-arancio, più vivo del cappello.

Gambo

Concolore al cappello, tozzo, assottigliato alla base e talora brevissimo.

Carne

Soda, bianca, alquanto fibrosa, giallastra sotto la cuticola.
  • Odore: subnullo da crudo, intenso ed aromatico dopo la cottura; in ogni caso gradevole.
  • Sapore: acro-dolce da crudo, dolce e fruttato dopo cottura.

Spore

Ellittiche, giallastre in massa, 8-10 x 4-7 µm.

Habitat

Cresce in estate-autunno, nei boschi di latifoglie e aghifoglie, in numerosi esemplari disposti a circoli o gruppi nel terreno muscoso.
Esemplari di C. cibarius

Commestibilità

Eccellente
Spesso viene conservato sott'olio oppure sott'aceto, buono anche fritto. Indubbiamente uno dei funghi più apprezzati, in alcune nazioni sono preferiti addirittura ai Porcini.

Specie simili

Etimologia

Cantarello deriva dal diminutivo di Cantaro, coppa, per la forma a calice del fungo; cibario, invece, perché commestibile.
Illustrazione di C. cibarius

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Alectorolophoides cibarius (Fr.) Earle, Bulletin of the New York Botanical Garden 5: 407 (1909)
  • Cantharellus cibarius var. cibarius Fr., Systema mycologicum (Lundae) 1: 318 (1821)
  • Craterellus cibarius (Fr.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes (Paris): 37 (1888)
  • Merulius cibarius (Fr.) Westend., Hausschwammforsch.: no. 340.

Forme e varietà

Si riportano di seguito alcune varietà di questa specie:
C. cibarius var. bicolor Maire
cappello e gambo biancastri, lamelle giallo carico.
C. cibarius var. ferruginascens (Orton) Courtecuisse
sfumature olivastre e tonalità prima giallo-albicocca e poi ruggine alla manipolazione.
C. cibarius var. amethysteus Quelet
cappello con squame adnate violacee.
C. cibarius var. alborufescens Malencon
pallido, da biancastro a giallo-chiaro, si macchia al tocco di rosso-bruno, privo di odore.

MALVA SYLVESTRIS L. Famiglia: MALVACEE Forma dialettale: MALVA

Termine Botanico: MALVA SYLVESTRIS L. 
Famiglia: MALVACEE 
Forma dialettale: MALVA 

Una delle piante spontanee più comuni e più richieste, peraltro in questo periodo molto visibile per i suoi fiori rosa lilla intenso , e’ la MALVA ( Malva Silvestris).
La si trova ai bordi delle strade campestri, nei prati ma anche nei nostri giardini. Fin dai tempi antichi i fiori e le foglie erano considerate un efficacissimo rimedio per tutti i mali tanto che, nella nostra tradizione contadina, venivano raccolti alla vigilia di San Giovanni e collocati sui davanzali perché bevessero la “guazza”, per diventare così vera panacea per tutti i mali.
Simbolo della calma e della dolcezza, questa pianta era utilizzata già dagli antichi Greci. Ippocrate la raccomandava per le sue proprietà emollienti e lassative , dimostrate ormai scientificamente e apprezzate ancora oggi .

PROPRIETA’: i fiori e le foglie in particolare sono ricche di mucillagini che conferiscono alla pianta proprietà emollienti e lassative e agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso che lo protegge da agenti irritanti

INDICAZIONI: l’uso della Malva e’ indicato nei casi di :
  • stitichezza cronica : agisce come lassativo non irritante e non violento anche in dosi elevate. Consigliata a bambini ed anziani
  • affezioni respiratorie : antinfiammatoria per eccellenza, esplica tale effetto sia sulle prime vie respiratorie come valido espettorante ed antitosse,
  • malattie delle mucose e della pelle: applicata localmente contribuisce a guarire faringiti, vaginiti,infiammazioni dell’ano e del retto, eczemi, acne, foruncoli e in genere tutte le irritazioni superficiali.
  • Uso interno : infuso e decotto : 30 gr di foglie e fiori di malva in un litro di acqua. Far bollire per circa 10 minuti, filtrare e berne 2 o 3 tazze al giorno.
  • Uso esterno : utilizzando lo stesso infuso o decotto per uso interno (solo un po’ più concentrato ) si possono fare gargarismi, lavaggi vaginali, clisteri e impacchi per paterecci.


CONSIGLIO DELL’ERBORISTA

Utilizzo pratico per catarro e tosse
Preparare un decotto (1) di malva come sopradescritto,quando e’ ancora bollente aggiungere 2 o 3 gocce di olio essenziale di timo, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio, e praticare dei suffumigi. Per evitare che i vapori si disperdano inutilmente nell’aria coprire la testa con un asciugamano. Si può contemporaneamente associare una tisana a base di Malva, Altea, Erisimo dolcificata con un cucchiaino di miele all’eucalipto. Berne 2 o 3 tazze al giorno possibilmente ben calda. I risultati sono assicurati in tempi decisamente brevi.

Utilizzo pratico per stitichezza
Preparare una tisana(2) con 1 cucchiaio di foglie e fiori di Malva e 1 cucchiaino di semi di lino in 1/4 di litro d’ acqua. Berne una tazza possibilmente calda tutte le mattine a digiuno.
(1)per preparare un decotto : mettere le erbe nell’acqua a freddo e far bollire circa 10-15 minuti coprire lasciare depositare circa 10 minuti. .
(2)per preparare una tisana: mettere le erbe in una tazza, meglio sarebbe in una tisaniera, aggiungere l’acqua bollente. Lasciare riposare 10-15 minuti.

CURIOSITA’: Le virtù emollienti della malva sono conosciute ed apprezzate sin dai tempi antichi, infatti il nome Malva deriva dal termine latino “mollire” . I Greci invece la chiamavano malachè , che significa “ rendere morbido”
 

martedì 11 giugno 2013

Leucanthemum vulgare Lam. Famiglia Composite, Nome Volgare: Margherita

Caratteristiche: Pianta erbacea perenne fornita di un corto rizoma da cui, durante l'autunno, si sviluppano una o più rosette di foglie che nella primavera successiva producono dei fusti, semplici o ramificati, alti fino a un metro. 
Le foglie variano da obovato-cuneate a spatolate a variamente lanceolate, tutte comunque sono formate da una porzione di forma varia che si restringe molto gradatamente in un picciolo spesso alato; il margine è dentato o variamente inciso; le foglie inferiori hanno un lungo picciolo che si riduce in quelle superiori e manca nelle ultime che sono sessili e talora amplessicauli. 

I fiori sono riuniti in capolini di alcuni centimetri di diametro (8-10 cm nelle forme coltivate); questi sono racchiusi da più serie di brattee con un largo margine semitrasparente; i fiori periferici hanno una lunga ligula bianca terminata all'apice da due o tre denti, i fiori interni hanno una corolla tubulare divisa all'apice in cinque piccoli lobi. Il frutto è un achenio cilindrico sormontato da un margine talvolta sviluppato in forma di corona; la superficie esterna è solcata e presenta dieci coste longitudinali. Habitat: Prati e campi; comunque luoghi erbosi.0-2000 m. Maggio ottobre Proprietà farmaceutiche: Tossifughe, antispasmodiche. astringenti. (Droga usata: capolini).

Cren o Rafano


 
Rafano o Cren (Pianta)
 Meno conosciuta di altri condimenti per pietanze a base di carne, la salsa di Cren è in realtà una ricetta presente da tempo nella tradizione culinaria di varie regioni italiane e rimane, per gli estimatori dei sapori forti e decisi, uno dei migliori accompagnamenti per bolliti e arrosti in genere. E’ preparata con diverse varianti a seconda delle regioni, ed è presente in particolar modo nella cucina Veneta, Piemontese, Trentina, Friulana e nell’Emilia Romagna. Conosciuta e utilizzata anche all’estero (Austria, Ungheria, ecc..), accompagna egregiamente il bollito, il roast-beaf, le carni alla griglia, il pesce e le uova. Nella tradizione gastronomica tedesca la salsa al rafano è servita con le salsicce e i bolliti e accompagna spesso i piatti a base di uova.
Il cren o rafano è una radice che cresce spontanea sia in pianura che in montagna a bassa quota, dalla cerchia alpina all’Appennino Tosco-Romagnolo; a volte è presente anche più a sud ma raramente, in Lazio e Basilicata: cresce negli orti, in terreni e campi freschi, formando vigorosi cespugli.


Per il cren alla Piemontese.
Lavate la radice di cren o rafano (deve essere molto fresca e tenera) sotto l'acqua corrente, asciugatela bene, quindi raschiatela con il coltello e grattugiatela finemente; mettetela poi in un recipiente e aggiungete 100 gr di pangrattato o mollica di pane, mezzo bicchiere di aceto bianco, un cucchiaio di olio, un cucchiaino di zucchero, un pizzico di sale fino e mescolate bene per amalgamare gli ingredienti: ed eccola pronta.
Se desiderate conservare a lungo la salsa, anche per diverse settimane, dovrete riporla in frigorifero in un contenitore di vetro e ricoprire la sua superficie con un velo d'olio d'oliva. Tenete presente che più passerà il tempo e più il sapore caratteristico che la salsa possedeva appena preparata si attenuerà.

Per il cren alla Trentina.

Bollite in acqua due uova fino a farle diventare sode, poi scolatele e lasciatele raffreddare; quindi sbucciatele e schiacciate i tuorli con una forchetta.
Lavate le radici di cren , raschiatele e poi grattugiatele finemente in un recipiente, dove aggiungerete il pangrattato, i tuorli d'uovo schiacciati, il sale, lo zucchero e l'aceto, e mescolerete fino ad amalgamare bene il tutto.
A questo punto montate leggermente la panna ed incorporartela delicatamente e lentamente al composto fino a che otterrete una salsa densa.


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Salsa al cren alla Piemontese: