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sabato 27 luglio 2013

Dal 14 agosto il film “Basilicata coast to coast” nelle sale francesi

POTENZA – Da metà agosto (periodo di alta stagione cinematografica francese), il film “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo sarà in programmazione in una cinquantina di sale a Parigi e in altri centri della Francia: l’anteprima della pellicola è stata presentata nell’Istituto italiano di cultura. Dal 14 agosto, secondo quanto reso noto in un comunicato della Film Commissione diffuso dall’ufficio stampa della giunta regionale lucana, “Basilicata coast to coast” sarà proiettato in cinque sale di Parigi e 35 altre sale. Successivamente la programmazione proseguirà in altri centri: l’obiettivo è di ottenere la copertura di una cinquantina di sale, “in modo tale da mettere a frutto l’alto potenziale promozionale per la Basilicata di una pellicola che la Regione, con una scelta forte del presidente Vito De Filippo, ha voluto sostenere con una scelta lungimirante all’atto della produzione e che, dopo i positivi ritorni portati dalla diffusione sul mercato nazionale, oggi viene offerta al pubblico transalpino con la speranza di moltiplicarne gli effetti in terra francese”. Per promuovere il film l’Apt e la Lucana Film Commission hanno organizzato la manifestazione di lancio nei saloni dell’Istituto italiano di cultura a Parigi. L’ambasciatore italiano a Parigi, Giandomenico Magliano, ha spiegato che “e’ la terza volta che vedo ‘Basilicata coast to coast’ ha detto – e lo faccio con molto piacere non solo perché è divertente ma perchè non bisogna trascurare il valore artistico di una pellicola che promuove al meglio il Mezzogiorno del nostro Paese e quindi siamo ben lieti di concorrere alla promozione del film in Francia”. “E’ sempre un onore – ha spiegato l’amministratore delegato di Total Italia, Thierry Normand – partecipare a dei progetti di eccellenza sia a livello artistico che di valore socio culturale, che nascono in Basilicata: una terra alla quale Total è strettamente legata. L’arrivo in Francia di Basilicata Coast to Coast – ha aggiunto – è la testimonianza, ancora una volta, dell’affinità culturale tra i nostri due Paesi, ed in particolare tra la Francia e la Basilicata”. (Fonte)

Kebab, ecco di cosa è fatto

Forse era meglio non venire mai a sapere com'è fatto veramente un kebab, specialmente se il suo sapore vi piace. 
Polmoni, cuore, lingua, occhi, ossa, scarti di macelleria e una quantità enorme di grasso animale. Questo è il risultato di un'analisi condotta in Inghilterra, da un pool di scienziati e nutrizionisti. Più del 50% dei Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello: ma la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui pecora, maiale, tacchino, pollo. Il dato allarmante è che nel 9% dei casi, gli scienziati non sono riusciti ad indivuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione. Un kebab, inoltre, contiene tra il 98% e il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile: oltre questa soglia la salute di un essere umano è a rischio. All'interno di un singolo kebab ci sono tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse), senza considerare che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano. In quasi tutti i kebab analizzati durante lo studio, si sono riscontrati batteri tipo l’Escherichia Coli (un battere che espelliamo con le feci, ndr) e lo Staphylococcus Aureus.

Report - Mangia che ti passa - cibi che fanno bene e cibi che fanno male

mercoledì 24 luglio 2013

BEVITORI DI MERDA LIQUIDA: COCA COLA ZERO

"...dopo soli 20 minuti dall'aver bevuto un bel sorso della nostra fresca bevanda, "dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema, più o meno il 100% della vostra razione giornaliera consigliata." La dolcezza viene neutralizzata dall'acido fosforico contenuto nella bevanda, che "sopprime" il sapore impedendoci di "vomitare all'istante". Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando "una bomba insulinica"; il fegato provvede "convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso...."

lunedì 22 luglio 2013

Le foreste assorbono il doppio della Co2 rispetto a 50 anni fa

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Secondo uno studio dell'Università del Colorado e pubblicato su Nature, dal 1960 al 2010 la capacità della natura di assorbire l'anidride carbonica è raddoppiata. Una bella notizia per il nostro piccolo pianeta che riesce a reagire ai guai causati dall'Uomo, ma ovviamente bisogna calmare gli entusiasmi. 

Se la Terra riesce ad assorbire il doppio di Co2 da 50 anni ad oggi, la nostra produzione di anidride carbonica è quadruplicata. Gli alberi delle foreste del circolo polare e tropicali, le alghe e i microrganismi degli oceani non riescono a tenere il passo anche se hanno più combustibile (Co2) su cui lavorare. I mari soprattutto si sono inaciditi a causa dell'aumento di anidride disciolta nell'acqua, la quale sta causando la perdita di molte specie di corallo che non riescono ad adeguarsi ad un cambiamento così repentino. 

Quello che stiamo vedendo è che la Terra continua a fare il lavoro pesante prendendo enormi quantità di anidride carbonica, anche se gli esseri umani hanno fatto ben poco per ridurre le emissioni di carbonio", ha detto Ashley Ballantyne, direttore della ricerca. "Per quanto tempo continuerà non lo sappiamo." Nonostante l'enorme assorbimento di carbonio da parte del pianeta, la CO2 nell'atmosfera è salita da circa 280 parti per milione poco prima della rivoluzione industriale a circa 394 parti per milione di oggi, e il tasso di crescita sta accelerando. La media globale della CO2 atmosferica si prevede di raggiungere 400 ppm entro il 2016. 

Il mais OGM preda degli insetti, la Monsanto nei guai

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In 20 anni ha creato il monopolio delle colture alimentari, la Monsanto, famosa per il seme Terminator che diventa sterile alla seconda generazione costringendo il contadino a comprare semi ogni anno dalla multinazionale, è in guai seri. Le sue piante, geneticamente modificate anche con un proteina killer che doveva ammazzare i parassiti, giacciono a terra morenti. A denunciarlo l'EPA, l'agenzia per la protezione ambientale americana. Dal 2003 la Monsanto ha incentivato la monocoltura del mais promettendo la scomparsa della Diabrotica virgifera, un parassita ghiotto di pannocchie. Ma in meno di 10 anni questo insetto si è assuefatto alla proteina killer e adesso prospera negli assolati campi dello Iowa attaccando anche le radici delle piante che cadono a terra al primo vento. Adesso l'unica soluzione per gli agricoltori è l'uso intensivo di pesticidi, così da creare un prodotto geneticamente modificato e ricco di veleni, una vera prelibatezza. La Monsanto nega tutto, ma a quanto pare gli agricoltori si sono uniti per richiedere il risarcimento dei danni. Per risolvere il problema basterebbe studiare a fondo un calendario di Frate Indovino e tornare alla rotazione delle colture, un concetto medievale efficacissimo contro i parassiti che morirebbero di fame in assenza del loro unico cibo. Ovviamente questo non piacerebbe alla Multinazionale, che così non guadagnerà che una frazione di quanto ha ottenuto legando gli agricoltori mani e piedi al suo prodotto.
FONTE

domenica 21 luglio 2013

Il turismo 2.0? E’ quello che guarda al passato

Scoprono l’Abruzzo con borraccia, zaino e due asinelli. Una famiglia tedesca tra le montagne abruzzesi. TAGLIACOZZO. 
Una mamma, un papà e figli, tutti provenienti dalla Germania. In più un’asina ed un asino di ceppo abruzzese. Sono i protagonisti di un viaggio alla scoperta dell’Abruzzo, tra paesini, montagne e strade sterrate. L’idea parte dal Casale Le Crete, un Bed and Breakfast nei pressi di Tagliacozzo che ogni anno apre le porte a famiglie, in cerca di pace e frescura. La struttura offre agli ospiti la possibilità di viaggiare, per una settimana, in compagnia di 4 asinelli: Eva, Nino, Sophie e Toffie per i sentieri nostrani. Il percorso, personalizzato, della durata di sette giorni prevede un itinerario preciso, con kit, cartine e mappe del territorio. I viandanti trovano ricovero in strutture lungo il percorso e si appellano alla ospitalità di qualcuno che offre loro qualcosa da mangiare di tipico e locale. L’esperienza, come spiega Luca Gianotti del Bed and Breakfast è mutuata dal modello francese dove questo tipo di esperimento sembra riscuotere grande successo. Inoltre, l’utilizzo degli asinelli è simbolico. L’asino è un animale che insegna la pazienza tanto che viene adoperato anche nella pet therapy a differenza dei cavalli, un po’ più maldestri. 

Sono soprattutto tedeschi e svizzeri ad apprezzare questo genere di cose come la famiglia bavarese composta da 5 persone (madre padre e due bimbi) che anche quest’anno (il quarto consecutivo) ha scelto Casale Le Crete. La famigliola è partita domenica 27 maggio da Tagliacozzo ed ora si trova a Santo Stefano. Ieri la pioggia ha arrestato per qualche ora il loro cammino ma non ha spento il desiderio di proseguire. Dovrebbero tornare questo fine settimana, dice Gianotti spiegando l’importanza di questa esperienza per i suoi clienti tedeschi. «Loro la vivono come un momento di unione», dice, «un momento in cui l’intera famiglia si ritrova a condividere un pezzo di strada. Il capofamiglia sta ancora montando i video dell’anno scorso e non si può spiegare la gioia impressa sui volti al ritorno da questa esperienza. Tornano nuovi, rigenerati, felici e desiderosi di raccontare». Tra gli amanti di questa percorso c’è anche lo scrittore Enrico Brizzi, che pochi giorni fa ha fatto trekking con la sua famiglia, per conoscere gli asini di Tagliacozzo. Così come un altro scrittore Andrea Bocconi ha scritto un libro “In viaggio con l’asino”, in memoria di questa esperienza. (m.b.)

mercoledì 17 luglio 2013

Curare il cancro con il Bicarbonato di sodio

Una buona notizia per tutti noi e una cattiva notizia per la case farmaceutiche. Il Dr. Mark Pagel della University of Arizona Cancer Center, riceverà 2 milioni di dollari dal National Institutes of Health per studiare l'efficacia della terapia personalizzata con bicarbonato di sodio per il trattamento del cancro al seno. Ecco il comunicato sul quale è scritto :"Il fondo da 2 milioni di dollari servirà a migliorare la misurazione sull'efficacia del bere bicarbonato di sodio nel curare il cancro al seno. E' stato provato che bere bicarbonato di sodio riduce o elimina il diffondersi del cancro nel seno, nei polmoni, cervello ed ossa." La notizia non è priva di fondamento scientifico, anzi, è provata in questo documento della NCBI (National Center of Biotechnology Information): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19276390
In sostanza, il bicarbonato agirebbe sul grado di acidità del nostro sangue. Il pH del nostro sangue e dei nostri fluidi corporei, non rappresenta altro che il nostro stato di salute e il bicarbonato agirebbe come vero e proprio regolatore del pH influendo direttamente sul livello acido-alcalino alla base della salute umana.Una ricerca pubblicata nel Marzo 2009 dalla US National Library of Medicine dimostrò che su alcuni topi da laboratorio il bicarbonato era in grado di rallentare la diffusione delle metastasi: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19276390
Il Dr. Pagel i suoi colleghi utilizzeranno una speciale risonanza magnetica per misurare il pH di un particolare tumore e verificare l'efficacia del bicarbonato sulla massa in oggetto. Infatti con questa nuova macchina, il team dell'Università dell'Arizona potrà studiare i pazienti prima e dopo la somministrazione del bicarbonato per tentare di sviluppare un approccio personalizzato per ogni paziente. Ovviamente un grado di pH del nostro corpo intorno ai valori 7,35-7,45 garantisce un giusto equilibrio fisico rendendoci più resistenti alle malattie. Questo significa che possiamo praticare la cosiddetta "cura del pH" avendo uno stile di vita sano ed alimentandoci nel modo giusto. Sicuramente, invece, per avere risultati nell'ambito delle cure per il cancro dovremo aspettare che le sperimentazioni siano portate a termine, cosa che procede a rilento a causa della mancanza di fondi soprattutto da parte delle case farmaceutiche. http://it.ibtimes.com/articles/29464/20120513/cancro-cura-bicarbonato-di-sodio.htm che vedono gravemente MINACCIATI I LORO INTERESSI ECONOMICI.

lunedì 15 luglio 2013

La pornostar Michelle Ferrari contro il taglio degli alberi

"Amo Carlo, Luca, Enzo… ma più di tutti Pino della Spezia" è l'originale volantino che ha posizionato alla rete del cantiere di piazza Verdi.
Ambientalisti, architetti, storici, critici d'arte. E, ora, anche le pornostar. Il fronte del «no» al progetto di riqualificazione di piazza Verdi alla Spezia, firmato dall'architetto Giannantonio Vannetti e dall'artista francese Daniel Buren si allarga. 
Michelle Ferrari, nome d'arte di Cristina Ricci, 29enne attrice porno e spezzina doc, ieri ha inscenato la propria personale protesta: ha attaccato alla rete del cantiere un manifesto con la scritta «Amo Carlo, Luca, Enzo... ma più di tutti Pino della Spezia», chiaro riferimento ai 13 alberi di pino della piazza che rischiano di essere spazzati via dal progetto e che da settimane rappresentano il duro terreno di scontro tra Comune, Soprintendenza regionale e Ministero dei beni culturali. «Ho visionato il progetto e dico che non sono contraria ai progetti che valorizzano la nostra città se non vanno contro la legge --spiega la bionda Michelle in maglietta e calzoncini corti --. Ma qui vogliono abbattere pinisottoposti a tutela. Finora non sono state ascoltate le ragioni di chi vivela città».

MAC DONALD'S CHIUDE I BATTENTI. BOICOTTATO IN BOLIVIA

Viene dal Sudamerica la notizia che fa tremare le gambe al colosso del fast food: in Bolivia, dopo 14 anni, McDonald's chiude. A causa della scarsissima affluenza che risentiva in questi ultimi tempi, anche gli otto ristoranti che erano aperti nelle grandi città di La Paz, Cochabamba e Santa Cruz hanno chiuso i battenti. 
A nulla sono servite le massive campagne pubblicitarie contro il rifiuto da parte del popolo boliviano ad acquistare ancora prodotti alimentari nocivi per la salute e per la società. 

Tante sono le accuse rivolte alla famosa multinazionale, a partire dai problemi salutari causati dall' uso di grassi insaturi nelle fritture, per i quali la Corte Suprema della California ha condannato McDonald's a pagare una multa di 8.5 milioni di dollari. Un'inchiesta di Greenpeace, "Contrabbandare gli OGM di nascosto", ha rivelato anche l' utilizzo di Organismi Modificati Geneticamente (OGM) nei McNugget's, e che farebbero risalire ai laboratori della famigerata Monsanto USA. 

Sempre secondo Greenpeace, la catena è coinvolta nella distruzione delle foreste pluviali dell' Amazzonia, dove viene condotto illegalmente un mercato oligopolistico della soia, destinata agli allevamenti europei. "McDonald's sta distruggendo l'Amazzonia per vendere carne a basso prezzo" -- dichiara Gavin Edwards, responsabile di Campagna Foreste: "Ogni volta che qualcuno mangia un Chicken McNugget potrebbe mordere un pezzetto di Amazzonia. Supermercati e giganti della ristorazione, come Mc Donald's, devono assicurarsi che i rispettivi prodotti non siano coinvolti nella distruzione della foresta amazzonica e nelle violazioni dei diritti umani". Ed è anche di violazione dei diritti umani che deve rispondere McDonald's in Vietnam, dove alla "Keyhinge Toys" di Da Nang City si lavora 9 o 10 ore al giorno dal Lunedì alla Domenica per fabbricare i giocattoli che vengono distribuiti negli "Happy Meals". 

Nella denuncia del National Labour Committee, associazione americana per i diritti dei lavoratori, si parla di paga sotto il minimo salariale, condizioni di lavoro pietose e 220 operaie rimaste intossicate dall' acetone. Questa sostanza, utilizzata nel reparto verniciatura, può alterare il ciclo mestruale delle donne, causare nausea e portare anche alla morte. Migliori ma comunque preoccupanti sono anche le condizioni di lavoro di tanti commessi e commesse che si trovano chiusi in ristoranti di tutto il Mondo a lavorare in orari inacettabili e contratti di lavoro a breve termine. Infine, last but not least, McDonald's è il classico esempio dell' imperialismo economico che porta alla distruzione delle attività locali, monopolizza le regole di mercato e origina colossi economici capaci di influire sulle sfere politiche delle comunità locali (come nel caso della Coca Cola in Colombia). Ed è proprio il senso di riappropriazione che ha spinto la popolazione boliviana a rinunciare ai sandwich infarciti di clandestinità preferendo "las empanadas", pane locale di farina o mais con ripieno dentro. 
Nel video-documentario "Perchè McDonald's ha fallito in Bolivia" sociologi, cuochi e nutrizionisti concordano sul fatto che il rifiuto boliviano non è causato dal gusto del cibo, ma da problematiche sollevate in merito al contesto globale. Una risposta dunque chiara e netta contro le logiche del "fast food" e del McColonialismo, e forse una risposta da prendere subito come esempio quando "fast" è soltanto la velocità con cui questo Mondo sta andando verso il baratro.

sabato 13 luglio 2013

.M5S: Firmato oggi il decreto che vieta di coltivare in ...

.M5S: Firmato oggi il decreto che vieta di coltivare in ...: SEGUICI SU: FACEBOOK 12/07/2013 – finalmente – i ministri dell’Agricoltura, della Salute e dell’Ambiente hanno firmato il decreto per v...

Pamplona, tragedia alla corsa coi tori

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Nonostante le contestazioni e le proteste dei movimenti animalisti anche quest’anno, a Pamplona, si sta svolgendo l’”Encierro”, la tradizionale corsa con i tori che anima la festa di San Firmino tra il 7 e il 14 luglio. 
Questa mattina, al sesto giorno di corsa dei tori, 4 persone sono state incornate e un giovane in particolare è stato caricato e preso a cornate per quasi 30 secondi. Tra i feriti, un turista straniero di 20 anni, colpito da tre cornate alle braccia e alle gambe e uno spagnolo di 47 anni con una ferita all’addome. 
L’Encierro è una cerimonia preliminare alla corrida che si svolge in diverse località della Spagna (ma di cui quella di Pamplona è il più celebre), durante la quale i tori vengono fatti correre lungo un percorso che va dal recinto in cui sono custoditi fino all’arena in cui si svolgerà la corrida. Durante il percorso è tradizione che gli “aficionados” corrano tra i tori con una vera e propria prova di coraggio, cercando di evitare la furia degli animali e soprattutto le loro pericolose corna. 
Ma non sempre le cose vanno per il meglio, dato che i tori possono rimanere disorientati dagli schiamazzi degli spettatori e dalla corsa dei partecipanti, e quasi ogni anno Pamplona registra feriti, a volte anche gravi, a causa della tradizionale corsa.

lunedì 8 luglio 2013

Bere regolarmente qualche tazzina di caffè ridurrebbe i rischi di diabete

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Bere regolarmente qualche tazzina di caffè ridurrebbe i rischi di diabete di tipo 2, un tipo di diabete che riguarda il 90-95 per cento dei casi al mondo. Studi condotti in passato hanno già dimostrato che i bevitori di caffè presentano un rischio inferiore di sviluppare diabete di tipo 2. ora alcuni ricercatori cinesi hanno scoperto che ogni tazzina in più diminuisce di un ulteriore 7 %questo rischio .lo studio ha identificato due categorie di composti presenti nel caffè che inibiscono significamente la amiloide islet polipeptide , sostanza il cui incremento è da sempre considerato processo patogeno legato al diabete di tipo 2.la scoperta suggerisce che sarebbe questa la spiegazione del benifico effetto protettivo nei confronti del diabete .un effetto che si riscontra soprattutto quando si consuma questa bevanda con regolarità ha spiegato ling zheng uno dei ricercatori.

lunedì 1 luglio 2013

NESTLè TRA LE 10 CORPORATION PIù PERICOLOSE DEL MONDO



Neslté e la sua enorme distesa di crimini contro l'uomo e la natura, come la massiccia deforestazione nel Borneo -- l'habitat degli orango è stato seriamente compromesso -- per coltivare la palma da olio, l'acquisto di latte dalle fattorie confiscate illegalmente da un despota in Zimbabwe. La Nestlé iniziò a provocare gli ambientalisti con le sue ridicole affermazioni che l'acqua imbottigliata è "ecologica", da li in poi la sua sinistra rete di controllo e distruzione è andata dipanandosi. 

Nestlé ha condotto campagne a livello mondiale per convincere le madri dei paesi in via di sviluppo a utilizzare il suo latte per neonati al posto del latte materno, senza fornire le informazioni sui possibili effetti negativi. Pare che Nestlé abbia assunto donne vestite da infermiere per portare gratuitamente il latte in polvere in questi paesi, latte che viene spesso mischiato con acqua contaminata. I mezzi di informazione non hanno parlato dei bambini morti di fame perché, una volta finito il latte, le loro madri non potevano permettersi di comprarne altro.

Scoperta Lumaca gigante e rosa brillante, vive in Australia

Sulla vetta del Monte Kaputar, in Australia, esiste un mondo diverso da quello che conosciamo noi… qui le lumache sono giganti e di colore rosa fluorescente! Il bosco alpino del Monte Kaputar è popolato da organismi viventi che non si trovano in nessun altro luogo. A scoprire la gigantesca lumaca fucsia è stato il ranger Michael Murphy. 

Michael Murphy, ranger del National Parks & Wildlife Service, è stato il primo a identificare la lumaca rosa. La gigantesca lumaca è lunga circa 20 centimetri e sembra vivere solo sulla cima del Monte Kaputar. “Con la giusta temperatura si possono osservare centinaia di lumache ma solo in quella zona“, queste le parole di Michael Murphy rilasciate in un’intervista con l’Australian Broadcasting Corporation.
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La lumaca è di un rosa acceso, quasi brillante, ogni notte, centinaia di lumache giganti strisciano fino agli alberi per nutrirsi di muffe e muschio. 

Secondo il ranger, le lumache giganti non sono l’unica stravaganza del Monte Kaputar, sulla cima del monte vivrebbero altre lumache cannibali, che si nutrono delle specie di lumache “vegetariane”. Secondo Murphy le lumache cannibali “cacciano in giro strisciando sul suolo così da seguire le tracce di altre lumache per poi inghiottirle interamente”. Gli scienziati ritengono che la biodiversità di quella particolare regione sia supestite di un’epoca passata, quando l’Australia era una lussureggiante foresta pluviale. Con le attività vulcaniche e altri cambiamenti geologici avvenuti milioni di anni fa, il territorio è divenuto più arido, ma le parti più alte (come il Monte Kaputar) sono state risparmiate. Murphy descrive il Monte Kaputar come “un luogo magico” e dalle biodiversità descritte non è difficile immaginarne il motivo! 

FONTE

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Lutto Mondiale: il Rinoceronte Nero è ufficialmente estinto

Il rinoceronte nero dell’Africa occidentale è ufficialmente estinto, a riportare la notizia è stata la CNN. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della natura, che annualmente compila la lista rossa delle specie più minacciate, il rinoceronte africano è stato avvistato l’ultima volta nel 2006 ma solo oggi è stato dichiarato ufficialmente estinto: il bracconaggio dei rinoceronti è salito quasi del 50% tra il 2011 e il 2012 con quasi 2.400 capi cacciati dal 2006. Le stime sono state rilasciate dalla IUCN, la più grande rete di “conservazione delle specie” al mondo. Il mercato nero del corno di rinoceronte è finanziato dalla criminalità organizzata, inoltre, l’IUCN ha lanciato l’allarme che riguarda il rinoceronte bianco dell’Africa settentrionale e il rinoceronte dell’Asia. Sembra che queste due specie stiano seguendo le orme del rinoceronte nero e potrebbero estinguersi tra non molto se non si applicano immediatamente misure preventive. Il rinoceronte bianco dell’Africa meridionale è stato dichiarato a rischio estinzione alla fine del 19° secolo ma attività come la salvaguardia ambientale e il mantenimento dei loro habitat naturali, ha contribuito a far rivivere una specie in diminuzione. Le medesime precauzioni non sono state condotte con il rinoceronte nero e in più altre due specie rischiano di fare la stessa fine. E’ necessario che siano presi dei severi provvedimenti e che anche il governo faccia la sua parte. -->

Di recente è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Sudafrica e il Vietnam per affrontare il problema legato all’epidemia del bracconaggio di rinoceronti ma a sentire l’IUCN tali accordi non bastano e ci vogliono azioni più concrete. Anche Google, il colosso del web, è intenzionato a combattere il bracconaggio: L’interesse di Google all’ambiente non si limita alle rinnovabili. Google scende in campo e affianca il WWF nelle operazioni anti-bracconaggio. Con l’avanzare delle tecnologie, ibracconieri hanno avuto vita facile: fucili super potenti, elicotteri, visori notturni e tante altre strategie che consentono di catturare e uccidere prede in via di estinzione come elefanti e rinoceronti. Per fortuna i “buoni” possono contare su un nuovo alleato, Google e la tecnologia dei “cattivi” potrà essere messa ai ferri corti. Google ha investito 5 milioni di dollari per la diffusione di tecnologia di sorveglianza anti-bracconaggio, così il WWF potrà contare su droni di sorveglianza aerea e sistemi RFID (identificazione a frequenza radio) per monitorare le posizioni degli animali servatici e altri strumenti hitech degni del colosso del web. Speriamo che questo possa bastare per frenare il tracollo delle specie di Rinoceronti.

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